VOLK WAGEN

Con il sopraggiungere delle nuove reclusioni, aumentano le chance per meditare. E crogiolarsi in un piacere autentico, quello di sfogliare (ed addomesticare ?) la storia. Ed arrivare a compiacersi di superare i vecchi dogmi; sino a stimare, in un processo di redenzione, il VOLK tedesco?

Non riesco a crederci; mi arrovello da mesi.

La coscienza vorrebbe opporsi; l’inconscio sussulta.

Anni di tradizioni gettate via!

Eppure è un fatto, non più occasionale: provo simpatia ed ammirazione per i Tedeschi.

E quindi? Tutto qua? Domanda un nipote ventenne. Lo osservo come fosse un totale estraneo, quasi nulla comprendesse del mondo contemporaneo; ma, invero, l’alieno sono io. Che attribuisco importanza alle reminiscenze degli anni sessanta e settanta.

Eccomi rivangare il secondo dopoguerra. Quando si cresceva nella dottrina dell’ Americano liberatore. I tedeschi? Raffigurati come goffi nei film di serie B. Grigia la divisa e destinata alla sconfitta.

Germanici recitati come severi, ossessivi testa pelata; nulla di creativo animava quella soldataglia ubbidiente, incline all’esecuzione di ordini demoniaci…Intendiamoci, anche cultori d’arte ci stavano, i migliori ufficiali erano esperti di musica e di belle maniere, ma, nel complesso, custodivano cinismo. E si dimostravano proni ad atrocità deliberate con una telefonata.

Oggi, invece, si configura il mio dubbio. Ammiro Angela nelle sue giacche pastello, giallo, senape, fucsia, il caschetto esprime una semplicità naturale: della funzionaria che orchestra le cose, influenzando l’agenda di un continente.  Su mandato del popolo (il Volk). Umile rappresentante della loro amministrazione. Composta, ma decisiva. 

Eppure, gli argomenti opposti ci stanno, per mantenere gli assiomi antichi. Nella adolescenza, papà suggeriva, di quando in quando, una lettura.

“Considera William Schirer”, diceva, e la sua Storia del terzo Reich…Vedi, vi si sostiene che se i tedeschi li prendi uno per uno (Bismark, Bach, Goethe), la loro intelligenza ti illumina…ma quando li accorpano come popolo, quell’idem sentire sarà foriero di tragedie. Una epigrafe simile introduceva al testo; credo attribuita a Fichte.

Ora, qui cade il punto, quella citazione era un dogma improprio? E laboriosità, unità, avvedutezza dei Volk tedesco surclassano il sospetto ormai?. Quel popolo, oggi, è il fulcro della solida Europa. E si dimentichi quel passato…

Argomento a favore della tesi? Guido una Wolkswegan da oltre 9 anni. A parte la batteria (e delicatezza dei pneumatici ribassati) non rammento defaillance. Certo, capita che la chiusura della porteria, se realizzata senza energia, richieda una seconda botta. A duecentomila chilometri ci possiamo stare. Per non parlare del trauma dolorosa di vedere umiliata la mia adorata Ferrari, dalle solite infallibili Mercedes che si rinnovano con tecnologie spaziali.

Dibattito complicato. Fosse semplice!

Berlino è riuscita a sdoganarsi. Palestra multietnica. E attività congressuali fiorenti (in tempi pre-lock si intende).

Ma Voi Riuscite a dimenticare il Tiergarder raffigurato nel romanzo-palingenesi “le Allodole”? Io, sino a qualche anno fa, no.

Il bunker di Adolf è misconosciuto, un pezzo di impiantito e di case ristrutturate.

Siete riusciti a camminarvi serenamente, per quegli ampi viali?

Il memoriale dell’Olocausto, progettato da Eisenman, crea un parco alienante di oltre 2700 stele e prova a silenziare, con lo stupore, l’angoscia che permea.

Ma la colpa, infine, si affievolisce ?

La corte sentenzia: che la memoria storica, appunto, secolarizzi. 

E volgo lo sguardo, fiducioso, sulla lungimiranza del nuovo Reich.

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