Mi ha scritto l’avvocato Bonattibis75, l’amante della montagna. Mi narra di un cliente insolito. Un criminale sui generis, un distruttore de noantri. E del piacere di colpire, ledere, manomettere. L’atto pantoclastico.
E’ insolito, per me, esercitare fuori Regione, lontano da Potenza; eppure questo parente di un cugino, in Bari (insomma, ben oltre il sesto grado!) fu talmente insistente!
Mi sono ficcato in una causa assurda, che non riuscimmo a chiudere con un danneggiamento semplice ex 635 CP.
Il cliente? Un personaggio bizzarro, ben oltre il reo confesso. Il reo orgoglioso dei propri crimini, una categoria peggiore.
Inquadriamolo: un giovane farmacista che gestisce un avviato esercizio commerciale, nel capoluogo pugliese. Farmacia di tre generazioni, nota per le abilità galeniche. Di più: 35enne, sposato con una veterinaria, due figli (la moglie è comproprietaria di una masseria , tra Brindisi e Lecce, un bijoux! Esotica ed in stile marocchino, un Riad con falò a vista).
Cosa mi combinava il ns eroe? Che chiamerò Fabio, Fabio il lanciatore.
Lanciava pietre sulle automobili, pietre che selezionava con gite ad hoc. Di fiume o dove capitasse, purchè di medio peso (sotto i 2 Kg), dunque maneggevoli anche in situazioni estreme (“nella fuga rapida, ad esempio”). Importante che si rivelassero aguzze.
Obiettivo? Le vetture, vi dicevo. Quelle in divieto, purché in doppia o tripla fila.
Capitemi bene, il cristiano veste perfetto, con completi su misura. Ha uno sguardo fermo, una parlata con inflessione punto dialettale. Partecipa con discrezione alle funzioni religiose, senza fanatismi. Sarebbe (fu) ignoto alle forze dell’ordine sino al 2016. Anamnesi politica ? Nada, fu scout e basta.
Ma era animato da questa fissa. In odio al disordine stradale. E spaccava parabrezza.
“Mi accontento di un lunotto”, osservò la prima volta a studio. Ero allibito.
Al culmine del vizio, deteneva una sacca in garage, che caricava dietro il sedile del passeggero, quando – a cadenza pluri-mensile – veniva deliberato il blitz.
Andava in missione nel tardo pomeriggio, meglio d’inverno, e nelle giornate di pioggia (“le reazioni sono tardive, la visibilità ridotta”).
Ha giocato per una quindicina di mesi. Prima a ritmo ridotto, poi fino a 4 autovetture nelle ultime settimane.
Come si giustificò ? Alla presenza del sostituto disse con veemenza:
“Mai colpite persone in errore temporaneo. La madre che lascia il piccolo all’asilo, per dire? Giammai”. “Piuttosto quelli inveterati, che alla terza ora ancora disturbano con sgangherate automobili fuori-posto, e si creano file per loro colpa, disagi tangibili alla collettività!”.
E ha rifiutato ogni strada conciliatoria; e di perizie psichiatriche non si parla.
“Mi piaceva”, ha confessato. Il piacere del vandalo, che compie un atto risolutorio per la propria personalità ossessiva?
Ad essere sincero, giorni fa ne ero tentato. Siamo prossimi al Natale. Due utilitarie impediscono ad un pullman le manovre utili per raccattare una trentina di turisti asiatici. Uno in carrozzina
Ho avvertito un impeto, una scarica di adrenalina. Ma l’oggetto più contundente in mio possesso era una stilografica.
Per questa volta vi lascio andare…
Carina…
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