Torna a trovarci l’amico viticultore. Lambrusco55 mi scrive: stavo cercando di rilassarmi quando mi raggiunge via iPhone la conferma – da una chat del “Gruppo Teams Merlot 2020” – che anche il produttore carsolino si unirà al meeting di domani (benché preferirebbe piattaforma Meet di classroom)…ero tentato di chiudere ogni comunicazione, per qualche ora. Eppure rimaneva il compito di condividere una bozza di contratto (quindi stavo in PEC, per un cliente che non ammodernava la sua firma digitale)…aiuto! Ho pensato a qualche reunion di un tempo, quattro amici in una cucina, il piacere di smazzare le carte, mentre sfrigola la padella.
Che vino abbiamo, qui?
Ho domandato al neurologo romano, pur modenese di nascita, incaricato della spesa.
O devo uscire, ve?
Mi ha proposto un Sagrantino. Va bene che di carriera ne abbiamo fatta, e appare inutile riproporre ricette “come una volta” (con gli avanzi di una botte per dire), ma non mi andava di sprecare. Sono uscito nel freddo di fine dicembre, con quel ghiaccetto che si era formato sullo stradello che conduce al magazzino; e vi ho rapito due Sangiovese doc, nella bottiglia Borgognotta, quella sexy.
Li ospitavo in una casupola che comprai quando i bimbi erano piccini. A Fanano, che al Cimone arrivi in 20 minuti. Ti accontenti se non sei Tomba o la Compagnoni!
Per il Capodanno conteneva ben 4 famiglie, di amici sparsi per lo stivale. Il medico, un ingegnere di Imola ed uno che sa tutto di vetture.
E mentre le signore si erano allungate verso Sestola, in cerca di improbabili acquisti, noi ci si stava rintanati, con il mazzo di piacentine; sul tavolo rotondo di cucina, propizio al gioco del Maraffone (un tresette briscolato, il training del bridge, se siete persone di classe). Problema? Era subentrata una fame insolente.
Ma sono le 5. E allora?
Il mini-frigo era spoglio; ma un involto bianco conteneva 5 salsicce. Una mezza cipolla si intravedeva sul ripiano (bianca, non tropea, siamo in Appennino tosco-emiliano, anni novanta, non rompete); passata? Una piccolo Mutti, un avanzo di Cirio. E di vino? q.b.
Quando l’Ingegnere declama “maraffa fuori” (cioè il rischio di avviare la partita chiamando un seme – che funge da matta – ma con carte schifose tra le mani, e quindi puoi penalizzarti favorendo gli avversari; e, immediatamente, il medico – che mi giocava contro – lancia gridando la napoletana di coppe ! io butto per aria le carte, avevo solo il fante per dire; dichiaro sconfitta e indosso una parannanza.
Sappiate che me ne frego delle ricette leziose; di cosa declama, oggi, il sito Giallo Zafferano. Di fare appassire i pomodori tagliati a pezzetti, di utilizzare l’aglio…
No, la salsiccia ubriaca dei miei vecchi (o i vecchi di altri, saranno ferrovieri o braccianti) richiede: scaglie di cipolla rosolate nell’olio, salsicce aperte a sfrigolare. Quindi le anneghi (esatto, le anneghi), nel tuo litro abbondante di rosso. E tiri a lungo, a fuoco medio. Quando è il momento giusto (annusi, intuisci) ci spari la passata, la schizzi sopra, sembra che una emorragia maligna erutti fiotti di sangue
vivo, che subito tende a rapprendersi, a far miscela con la carne abbrunata. Ovvio che la procedura necessiti di altri 15-20. Per dire, ci fate la partita di rivincita.
A sera li invitai tutti al ristorante, con le mogli certo; servizio lento, degustazioni di piatti chic, tipo un rollè magrissimo. O un sugo d’oca.
Cosa avete oggi? Ci chiedevano le signore Dove è sparito il vostro appetito mitico?
Io ruttavo ancora, di nascosto. Il medico fornì una spiegazione accorta, di un rischio di gastropatia irritativa, nonostante il cynarone del dopo-pranzo- che minava subdolamente le nostre motivazioni. Guai minare la prospettiva del cenone!
Ci stava ancora la mia prima moglie. Mi guardò severamente, disgustata. Aveva lanciato un occhio nella pattumiera, investigando cosa tramavo in sua assenza.
Ci scusammo; del fatto che non si erano consumate tutte, le salsicce.
Ma ripensando al cibo del cenone (vitello tonnato, scamponi, e altre ordinarietà) che rimpianto per quel pomeriggio!
Bellissime sensazioni
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Grazie amico mio!
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